Pagina (70/195)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Non vorrebbe lei esser tanto compiacente di recare o mandar al comandante questa carta?
      L'ufficiale fissò i suoi negli occhi del chercuto, ch'ei riconobbe, benchè camuffatto in un mantello borghese, fece un sogghigno come se volesse dire: "Tu non m'inganni, birbante!" ma siccome egli era gentile davvero, e troppo giovine per usare uno sgarbo a chicchessia, s'incaricò della carta e ritornò dal maggiore. Appena veduta la firma del Gesuita suo prottettore, il gaudente s'alzò di botto ed esclamò con voce commossa:
      Ah! questo è un amico mio, fatelo pure entrare!
      - "Amico suo! che roba!... disse fra sè l'ufficiale, e ritornando a Gaudenzio, l'introdusse subito.
      Lascio pensare al lettore quale sarà stata la conversazione dei due birbanti; mille scuse per parte del mercenario per aver fatto aspettare il suo prottettore, ed umore condiscendente di questo, che sentiva di avere bisogno del protetto per portare la sua avventura galante alla fine.
      Sembrami meglio aspettare l'oscurità della notte, per introdurre la ragazza in castello, diceva Volpone: a quest'ora i corridoj, il cortile e le gallerie sono troppo popolate e tutti s'accorgerebbero d'ogni cosa.
      - "Che oscurità d'Egitto," urlava il prete; impaziente(33) d'avere la sua vittima a disposizione(34). "Non avete in castello una lettiga coperta, una portantina, un seggiolone che si possa coprire?"
      Io non voglio nojarmi nè nojare colla conversazione oscena dei due perversi, dirò soltanto che batti e ribatti, Gaudenzio si attenne all'opinione dell'altro, cioè d'aspettare la notte, che non era lontana per introdurre Ida nella fortezza.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Cantoni il volontario
Romanzo storico
di Giuseppe Garibaldi
Politti editore Milano
1870 pagine 195

   





Gesuita Gaudenzio Volpone Egitto Gaudenzio Ida