Rimaneva dunque Gaudenzio libero negli appartamenti del comando, e colla sola Susanna, fatta sua in carne ed ossa.
Ida, che non dormiva, udì aprir l'uscio della sua stanza, ed al chiaro d'un lume essa scoprì il suo schifoso tentatore avanzarsi coll'aria del demonio quando tenta le anime.
In un momento essa fu in piedi sul letto, colla destra armata della formidabile spilla, e certo il Gesuita fermossi stupefatto da tanta baldanza e quasi rimase disperato del successo.
Vergognato però del suo timore d'una fanciulla, egli avvicinò il letto, e con ogni parola di seduzione in cui era maestro, procurò di rendere condiscendente la sua vittima.
Rettile vile! esclamava la coraggiosa figlia di Bologna: essere esecrato! ritirati! io morrò mille volte piuttosto che di cedere alle scellerate tue brame. Vedi tu questa spilla? io cercherò il tuo cuore di vipera, e ve la immergerò tutta!
Io non narrerò tutte le parole dell'osceno chercuto perchè mi repugnano, dirò soltanto ch'egli, credendo inutile ogni sua persuasione, si decise per la violenza, e chiamò a sè l'ausiliaria sua complice. Egli uscì per chiamarla, ma la vecchia era li fuori della porta, e poche parole di concerto bastarono per il piano infernale d'attacco. Ida aveva avuto la precauzione di spingere il letto alle due pareti dell'angolo per poter ricevere il nemico di fronte, ma l'astuto prete, accorgendosi dell'inconveniente, ajutato dalla megera allontanò la parte posteriore del letto, dimodochè l'assalto poteva darsi di fronte e da tergo.
| |
Gaudenzio Susanna Gesuita Bologna
|