E qui devo ricordare una circostanza della mia vita a cui la seguente francese poesia potrà ben applicarsi (parlando degli uomini).
Je crois voir des forcats, dans leur cachot funestePouvant se secourir, l'un sur l'autre acharnés,
Combattre avec les fers dont ils sont enchainés.
In una foresta d'America, essendomi trovato in una marcia di notte staccato dal corpo di marina che comandavo, stanco ed incerto del sentiero per l'oscurità e la pioggia mi avvicinai ad un crocchio di soldati che erano pervenuti ad accendere il fuoco, e chiesi un tizzone; - mi fu negato, pregai ma invano; - colla sciabola alla mano allora, e con due coraggiosi che mi sostenevano, giungemmo ad ottenere il desiderato tizzone, ma dopo una mano di busse che potevano riuscire in rissa mortale.
Gaudenzio e Volpone dunque, dietro l'usbergo dei Volontari serrati in gruppo, stettero sicuri mentre durava l'oscurità della notte, ma appena il primo lume dell'aurora apparve nell'oriente, essi capirono che la loro posizione non era sicura, e come due ombre lasciarono il crocchio dei Volontari, rasentarono quello di Zambianchi, ove il chercuto gettò un'occhiata d'inferno sul bellissimo volto della nostra eroina, e si dileguarono nella campagna.
Era gran giorno, tutti quei di fuori brulicavano come un formicajo intorno ai fuochi che si mantenevano a stento, e stendevano sulle poche fiamme le mani per riscaldarsi, oppure presentavano i piedi addolorati pensando di migliorarne la condizione. Dimodochè vedevasi un movimento continuo ed udivasi un bisbiglio da stordire.
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