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      Leonida, dopo d'aver riunito i suoi Volontari, dispiacentissimo di lasciar gli amici, e benedetto dai prigionieri, ch'egli avea liberati con tanto coraggio e tanta abnegazione, s'incamminò verso Roma, ove si trovava la Legione Romana, ed era seguito da Zambianchi e da Paolo. - Cantoni ed Ida s'avviarono verso Macerata a raggiungervi la Legione Italiana.
      Macerata è quella città, se ben si ricorda, che avea chiuso le porte ai Volontari; la popolazione era stata subornata contro essi dai preti che rappresentavano i Volontari come tanti malfattori. Ma meglio informata, la città stessa inviò una deputazione al comandante pregandolo di favorirla colla presenza del corpo nel recinto delle sue mura.
      Malfattori, eh! preti? malfattori i Mameli, i Masina, i Montaldi; quei bei tipi della gioventù Italiana, per cui la patria doveva andar tanto superba? Giovani che riunivano all'intelligenza caratteristica della razza latina, il freddo eroismo sui campi di battaglia.
      E voi seminavate sul loro sentiero la calunnia, cocodrilli! nemici d'ogni virtù, patrocinatori d'ogni vizio, crittogama, scabbia, peste delle nazioni, che mi fa credere aver le nazioni bisogno di scabbia e di peste, e che perciò vi mantengono in luogo di distruggervi, come si fa dei rettili e degli insetti, certo meno nocivi di voi!
      Ho detto insetti, e veramente, se vi sono due esseri somiglianti nell'ufficio loro e nella loro derivazione, essi sono certamente il prete e l'insetto.
      L'insetto deriva dal sudiciume dell'animale, il prete dall'ignoranza crassa.


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Cantoni il volontario
Romanzo storico
di Giuseppe Garibaldi
Politti editore Milano
1870 pagine 195

   





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