E qui devo dare un ricordo agli impostori chiamati preti, che speculavano sulla morte, come su ogni cosa, ed accompagnandola colle loro favole terribili d'Inferno, di Purgatorio e tante altre menzogne hanno reso spaventevole una naturale circostanza o trasformazione degli esseri.
L'idea d'esser tuffato cadavere in quell'onda nera e tempestosa, ed ivi annegato non era la più piacevole cosa in un'età piena di speranze, ma nella bilancia fra il pericolo e la gloria dell'impresa, l'ultima vinse nell'anima generosa del giovine eroe, in cui s'era concentrato tanto spirito dell'antica virtù romana.
Sotto il buonpresso(56) dei trabaccoli esiste per consuetudine una mannaja, che serve a rovesciare l'albero di trinchetto quando, sopraffatti nell'Adriatico da furiosa bora(57), quei legni sono obbligati di tener all'ancora.
Col pretesto della veglia, Antonio potè comodamente nasconderla sotto il giacchettone, e così armato venne a poppa, ove accanto al timoniere stava il capitano di presa, appoggiato(58) al bottabarra(59).
Il cuore batteva ad Elia, e ne avea ben donde comunque determinato; egli avventò il primo colpo alla testa dell'ufficiale e lo sbagliò!
La lama della scure conficossi ben addentro nel bottabarra come si può supporre pel colpo vibrato dal robusto braccio dell'Anconitano.
Il capitano, per fortuna di Elia, era in quel momento distratto, e pensò fosse qualcosa caduta da riva(60) e guardò in alto verso la cima dell'albero, mentre l'altro estraeva il ferro dal legno. Tuttociò accadde in pochi momenti, non potè però effettuarsi senza che l'ufficiale turco s'accorgesse della presenza d'Antonio, del suo ferro e del contegno ostile, essendo la notte oscurissima bensì, ma il sito alquanto rischiarato dal lume della bittacola(61).
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