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      Basta dire che i suoi nemici, altro difetto non trovano in lui, che d'esser troppo buono! cioè di essere troppo propenso ad esaudire una richiesta ed a dividere il suo pane con chi ne abbisogna.
      Tali qualità d'un animo ben fatto riunite ad una tempra ferrea e ad una bravura a tutta prova doveano naturalmente fare del generale Avezzana l'idolo dei suoi subordinati.
      Egli apparteneva alla schiera de' prodi che traditi da uno spergiuro emigrarono nella Spagna con Pacchiarotti nel 1821, e che vi fecero bello il nome Italiano, pugnando per gli stessi diritti che avean loro fruttato l'esilio. L'invasione francese nella Penisola Iberica, cacciava Avezzana in America, ove tanto si distinse nelle guerre Messicane con isplendide vittorie e colla fondazione di Tampico, oggi secondo porto marittimo di quella repubblica. Per la Legione Italiana l'avvenimento d'Avezzana al ministero della guerra in Roma fu una vera fortuna. Il corpo dei Volontari, pel quale nutriva avversione e diffidenza il governo che precedette la Repubblica, era mantenuto lontano da Roma, e con molta difficoltà esso avea le cose più necessarie alla vita del milite.
      La Legione passò vari mesi dell'inverno senza capotti, e più della metà era armata di lancie quando fu chiamata alla capitale per partecipare alla difesa contro l'esercito di Bonaparte. Ma, giunto Avezzana al governo, essa ebbe subito il necessario.
      Era una notte d'aprile, la Legione partita da Rieti marciava su Roma, e questa era la prima notte di campo che induravano i Volontari, e ben rigida.


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Cantoni il volontario
Romanzo storico
di Giuseppe Garibaldi
Politti editore Milano
1870 pagine 195

   





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