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      - I suoi occhi scintillavano pių del fuoco su cui s'inchinavano quei giovani nemici della tirannide grondanti di pioggia:
      Con questo corpo, e non so come, io mi lanciai contro quella porta, che andō in frantumi, pių presto che se l'avesse colpita il fulmine. Frantumata la porta mi trovai in presenza d'uno spettacolo ch'io vorrei scordare, ma che non posso, che mi tortura, e che mi martella l'anima spietatamente.
      Oh! se il nemico ci avesse assaltato in quella notte io avrei messo fine a questa vita di miserie ed almeno con gloria! La mia fidanzata, il mio angelo, la donna del mio cuore era distesa a terra, senza sensi, forse prostituita! e l'osceno sacerdote dell'inferno, con in mano il crocifisso, pugnale di cui vi ho narrato, e ch'io porto qui (battendosi sul cuore) nascosto, - reliquia di scelleggine e di amore! - sė, il prete tenevasi dietro del letto dell'insensata, ove s'era rannichiato all'entrata mia impetuosa.
      Armato del suo pugnale e rimesso alquanto del suo primo stupore, io vidi nel chercuto un soggetto, che non per la prima volta trovavasi in difficili cimenti.
      Nessuno di noi fiatava, e gli occhi roteavano nello spazio che ci divideva ora sul corpo immobile della giovine, ed ora d'intorno, come per cercare il destro, egli alla fuga, senza dubbio, ed io all'assalto.
      Io sino a quel momento avevo dimenticato che non tenevo armi, e che avevo lasciato il mio fucile con bajonetta all'osteria. Ma l'aspetto risoluto del prete mi pose in guardia, ed una sedia spezzata mi mise in un momento con un bastone alla mano.


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Cantoni il volontario
Romanzo storico
di Giuseppe Garibaldi
Politti editore Milano
1870 pagine 195