Bravo Bovi! esclamò il fondatore di Tampico(72). Bravo! e se in tal modo fossero accolti il Papa e Bonaparte, questa povera Italia cesserebbe d'esser lacerata e disonorata.
Il combattimento del 30 aprile durò molte ore: i Bonaparteschi, battuti di fronte dalla nostra artiglieria delle mura, e fucileria, di fianco dai corpi volontari che occupavano le posizioni esterne del Gianicolo, finirono per ritirarsi in disordine, lasciando nelle nostre mani 500 prigionieri circa.
Gl'Italiani videro le spalle dei loro boriosi nemici, e dovettero capire in quel giorno, che quando si è veramente decisi a battersi, per lo più si vince. Vi furono molti atti di bravura in quei nostri militi improvvisati. Io accennava alla gratitudine dell'Italia alcuni gloriosi nomi di morti, di cui si potrebbe, dire come Byron disse di Dante, di Galileo, Machiavelli, Michelangelo: Questi elementi di grandezza umana, basterebbero a Dio per una nuova creazione! - Ed io dirò: I prodi che caddero per l'onore italiano a Roma sarebbero un lievito sufficiente per una legione di liberatori! Panizzi, Masina, Mameli, Daverio, Davide, Montaldi, Peralta, Minuta, Ramorino, Manara, Melara, Morosini! Che uomini! che uomini!
Quando il carnefice di Roma, che alcuni eunuchi si contenterebbero di veder privo del temporale, innalzava un monumento ai suoi sgherri sulle ossa di quest'illustri martiri, non si trovò un nato di questa terra che tentasse di capovoldare il monumento infame, d'infrangerlo, d'imbrattarlo! Oh! è ben prostrato questo popolo! ben accovacciato! ben nullo!
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