Alle venture generazioni noi lasceremo dunque la cura di lavare quella culla delle maggiori grandezze del mondo da tanto nero sudiciume! E noi vanitosi impotenti! passeremo... avendo dato al mondo lo spettacolo miserabile di venticinque milioni d'esseri incapaci di scuotere il tarlato catafalco d'un vecchio indecente e di colpe macchiato e moribondo!
CAPITOLO XXXII.
IL RITROVO.
Mieux vant mourir que vivre misérable,
Pour un esclave est-il quelque danger?
(Muta di Portici.)
Cantoni, udito l'ordine al capitano Montaldi di assaltare il nemico di fianco, e non volendo esser accompagnato da Ida nell'impresa pericolosa ch'egli in cuor suo avea deciso di dividere, la inviò in città col pretesto di provvedere cibi per il Quartier generale. La bella fanciulla, assuefatta ad ubbidire all'amante, partiva ma con repugnanza, e cogli occhi umidi, avendo più caro, certamente di rimanere con lui in un giorno di battaglia. Ciò nonostante colla sveltezza de' suoi quindici anni, essa divorò la strada, adempì malamente alla sua missione e fu di ritorno al suo posto con tutta la celerità possibile.
Ma Cantoni era altrove! e siccome ognuno trovavasi al suo posto di combattimento, già impegnato, non fu facile alla nostra eroina di sapere la direzione del suo caro.
Ida era disperata! vagava tra le fila dei combattenti non curante della vita, e padroneggiata intieramente dall'unico pensiero di ritrovare Cantoni.
Mentre assorta in idee malinconiche e desolata dalle infruttuose sue ricerche, essa nulla vedeva e nulla udiva del fragore della battaglia, un piccolo colpo sulla spalla la rese a sè stessa, e volgendosi scoprì la bella e simpatica figura di Ugo Bassi, il sacerdote della giustizia e dell'onore italiano, l'uomo del sagrifizio, per cui il martirio era un trionfo, sempre adorno e risplendente dell'aureola dell'immortalità, figlia del dovere.
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