Pagina (133/195)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Così camminarono i due taciturni, e penetrati da santo dovere, così giunsero sul posto della strage, ove si scorgeva un mucchio di cadaveri. Ugo stupì di veder Cantoni in una posizione diversa da quella in cui l'aveva lasciato. Prima lo avea trovato bocconi sul cadavere di Montaldi, ora lo vedeva ad alcuni passi supino e col petto insanguinato da nuova ferita.
      Il fatto era così accaduto. La ferita di Cantoni alla tempia l'avea stordito ma non era grave; egli dunque tornò in sensi alcun tempo dopo di essere stramazzato.
      Il primo pensiero fu al suo fucile, che gli giaceva ai piedi, e con quello continuò a menar bajonettate ai nemici. Ma benchè in ritirata, e perseguitati dai nostri, uno di coloro a cui Cantoni attraversava il passo lo colpì nel mezzo del petto, il nostro eroe era rovesciato nuovamente, e calpestato dai fuggenti. In tale stato fu ritrovato da Ugo e da Ida, e mentre il primo contemplava distratto la nuova posizione del giacente, la giovane si precipitava sull'amante, e lo premeva sul cuore colla destra.
      Dio mio!... era il grido della fanciulla. - Egli vive!
      Il grand'uomo, desto dalle sue distrazioni, capì subito l'intuitiva scoperta d'Ida, e ben contento avvicinossi a Cantoni per accertarsi dell'esistenza. "Egli pugnerà ancora per questa terra infelice!" esclamò Ugo, dopo d'essersi accertato che le ferite non erano mortali, e sciogliendo da tracollo un cantaro pieno d'acqua, inseparabile compagno nelle sue peregrinazioni umanitarie, egli cominciò a spruzzarne sulla fronte del giovine, e quindi a lavarne le ferite, occupazione, in cui questo vero apostolo del vero, era molto capace.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Cantoni il volontario
Romanzo storico
di Giuseppe Garibaldi
Politti editore Milano
1870 pagine 195

   





Cantoni Montaldi Cantoni Cantoni Ugo Ida Ida Cantoni Ugo