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      E chi avesse gettato uno sguardo scrutatore in quella folla commossa alla vista dei feriti, avrebbe osservato che non tutti si addoloravano a quello spettacolo.
      Un volto schifoso di gesuita, che il vetro di una bottiglia aveva solcato, rivolto ad un suo compagno di malvagità, sorrideva e si fregava le mani di contentezza. Colui altro non era che Gaudenzio, che avea scoperto il pallido volto di Cantoni, e lo credea morente; quando il perverso s'avvide poi che la barella del ferito era accompagnata dalla bellissima fanciulla, un brivido di gelosia e di furore corse per tutto il corpaccio del prete, e co' pugni stretti, con un gesto da indemoniato, lanciossi verso il giacente e lo imprecava con diabolico modo. Atraz(79)! - hiso de la grandissima!... era proferito dalla maschia voce d'Aguilan che impennando il suo cavallo, e ricordandosi d'esser stato domatore, voleva colle ugna del destriero calpestare l'impudente. Se il Gesuita si fosse trovato dalla parte di Costa, questo sicuramente mojava la lancia in quel sudicissimo sangue.
      Il prete, codardo quant'era malvagio, non aspettò certamente le zampe del corsiero che lo avrebbero infranto al suolo, ma precipitossi indietro sulla folla d'ogni sesso e d'età, schiacciando donne e fanciulli per salvar la pelle.
      Addosso alla spia!
      questa voce colpì Gaudenzio come un fulmine, certo più spaventosa del cavallo d'Aguilan, ed egli accortosene impallidì da somigliar un cadavere. Era nient'altro che la terribile voce di Martino Franchi, che per caso tornava dal campo ove avea fatto prodigi di valore.


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Cantoni il volontario
Romanzo storico
di Giuseppe Garibaldi
Politti editore Milano
1870 pagine 195

   





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