I Romani ebbero sentore del movimento e si trovarono preparati a ricevere il nemico. Essi però non s'aspettavano ad un attacco alle spalle, ciocchè produsse qualche confusione nella nostr'ala destra, ove gli Spagnuoli caricarono risolutamente protetti dalle tenebre.
La confusione però durò poco e guidati da prodi ufficiali, e da alcuni sott'ufficiali avanzi delle(113) guerre americane, i nostri Legionari, dopo d'aver piegato un momento, si precipitarono sul nemico, che sbaragliarono completamente. Ciononostante perdemmo alcuni valorosi in quel conflitto notturno, e l'alba rischiarando il campo della strage mostrava le marziali fisonomie di Rota e di Carbonin, distesi cadaveri, ed attorniati da cadaveri nemici.
Rota e Carbonin erano caduti al posto di guardia loro assegnato, senza cedere un palmo di terreno. Il loro petto era crivellato di ferite.
Assicuratosi che l'attacco sulla destra aveva avuto luogo, il generale Zucchi lanciò le sue colonne sul centro e la sinistra, ove, favoriti dalle posizioni e comandati dai valorosi Manara(114) e Zambianchi, i Romani ricacciarono gli assalitori nel piano con tanto impeto da non lasciar più loro il tempo di riordinarsi.
La vittoria fu completa, ma la celerità del nemico nel ritirarsi e la mancanza di cavalleria per parte nostra, resero i risultati di quel brillante fatto d'armi insignificante.
Comunque fosse il Borbone ed i suoi alleati di Spagna ebbero una prima lezione dai coraggiosi figli della Republica, che avean prima l'aria di disprezzare.
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