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      CAPITOLO XLI.
     
      VELLETRI.
     
      Les Republicans sont des hommes,
      Les esclaves sont des enfant.
      (CHENIER.)
     
      Io non mi fermerò a narrare il bene e gli errori commessi da chi reggeva le sorti della Republica Romana. Ricorderò soltanto che quando uno straniero qualunque invade il paese, ogni soldato, dal piffero al generale in capo di quell'esercito straniero, dev'essere trattato come assassino, e non con i guanti di seta, come generalmente succede in Italia.
      E qui mi colpisce ancora la desolante, la sciagurata idea del prete, che ha fatto di questa terra di delizie una villeggiatura allo sgherro straniero, e di questo popolo, che pure è stato qualche cosa nel mondo, una famiglia di servi e di prostitute.
      Sì! li ho veduti io colle loro facce rubiconde dalle vivande e dal vino questi scarafaggi marciare davanti le colonne straniere col crocifisso alla mano, servendo loro di guida e sorridendo alla folla dei villani da loro ingannati come se avessero voluto dire: "Qui noi vi conduciamo i liberatori! E veramente i neri nel Croato e nel Bonapartesco trovavan sempre i liberatori del ventre, minacciato dallo sdegno e dall'insofferenza di questo popol tradito!
      I sacerdoti dell'Incas, i Papas, gli Ulema, i Bonzi pugnano alla testa del loro popolo contro gli invasori stranieri: solo questa schiatta di traditori che fanno capo a Roma non pugnano perchè troppo codardi, ma vendono sempre allo straniero il loro nativo paese! "E Cristo teco alfine non s'adira! (Petrarca)."
      A Velletri l'esercito borbonico fu una seconda volta snidato dai Repubblicani, ed il re in persona lo comandava allora.


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Cantoni il volontario
Romanzo storico
di Giuseppe Garibaldi
Politti editore Milano
1870 pagine 195

   





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