Accogliete i ringraziamenti e gli affetti di tutti. Addio! Vi bacio la mano e sarò sempre vostro.
Caprera, 26 dicembre 1857.
Donna carissima,
oh! scrivetemi subito e ditemi come state del ginocchio. Sono così dolente di esser lontano da voi in questa circostanza! Io mi figuro che voi sarete attorniata da gente che vi ama e perciò bene custodita. Ma guardate che disgrazia!
Circa al viaggio, procurate di star bene e lo faremo. Io sarò fortunato con voi, comunque sia, e felice di fare qualche cosa che possa piacervi. Qui ognuno fu rammaricato tanto all'infausta notizia ed ognuno sarà contento tanto di sapervi ristabilita. Scrivete, vi prego. Sempre vostro.
Caprera, 22 gennaio 1858.
Speranza mia,
ho ricevuto in questi giorni una lettera vostra da Roma con data 11 marzo '57; volevo stracciarla, ma la conservo per l'indirizzo che vi trovo di vostro fratello. Ho l'altra, più cara, poi di questo gennaio, e vorrei che meno lentamente andasse la guarigione del ginocchio. Io temo, a dirvi il vero, che le mie lettere siano aperte ed uso perciò meno confidenzialmente di quanto lo vorrei. Mi direte su questo l'avviso vostro; e sopratutto (come non dubito della veracità di quanto mi avete detto), io mi credo autorizzato ad imporvi una pronta guarigione, sotto pena di dover aggiornare, per un anno almeno, il progettato viaggio. Dunque nelle ulteriori lettere vostre non mi parlate senonché della cura e dei suoi progressi, e massime dei miglioramenti. Sono con affetto, vostro.
Roma, 24 gennaio 1858.
Amico carissimo,
| |
Roma
|