Io ho risposto a tutte le vostre lettere; questa la dirigo come l'antecedente al capitano Dodero, e penso che ve la rimetterà in Genova. Sono dolente di non potervi vedere in quella città. Nelle mie precedenti vi dicevo che Teresa non ve la mando, dovendo rimanere io in Caprera. Vi sono riconoscentissimo delle gentili esibizioni vostre. Da qualunque parte, scrivetemi; e quando si presenti l'occasione di potervi baciare la mano, io sarò fortunato. Addio, sempre vostro.
Caprera, 30 maggio 1858.
Speranza mia carissima,
ho risposto a Ginevra alla vostra cara lettera di Genova e ho ricevuto il bellissimo orologio. Ne avevo uno, ma mi rincresceva troppo di mandarlo a Genova per farlo riparare; e non me ne servivo; vedete dunque che il vostro, che è superbo e che spero conservare fino alla mia morte, è venuto molto a proposito.
Mi duole sapervi ammalata e costretta in un tale stato a curare vostra madre così sofferente; ma voi siete angelica, Speranza mia, e a vostra madre dispiacerà che vi allontaniate da lei. Quest'ultima circostanza farà senza dubbio cambiare il vostro progetto di fare i bagni a Caprera. Se tuttavia potete effettuarlo, sarà per me una vera felicità.
Qui in nessuna stagione il caldo è eccessivo ed è impossibile trovare per i bagni di mare un'acqua più cristallina di questa. Io sarò senza dubbio qui nel mese di agosto, e voi avrete una camera in questa casa, dove tutti vi amano e vi ricordano con tenerezza. Sarete ricevuta in una maniera molto modesta, ma con vera gioia.
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