Scrivetemi colà. Addio. Vostro di cuoreG. Garibaldi.
Como, 6 luglio 1859.
Speranza mia,
voi siete sempre buona, sempre carissima. Le vostre lettere sono il riflesso dell'angelica anima vostra. Ed io sono così pigro da stare tanto tempo senza scrivervi.
Abbiate cura della vostra salute, amica del mio cuore, e quando sarete ristabilita, pensate che ho bisogno di vedervi e di avvicinarvi e che non lo posso per ora. Vi sono riconoscente per il cavallo; se ne avete disposto, sta bene; ma se lo tenete sulle spese, è meglio dare ordine che lo mandino qui, al mio indirizzo. Scrivetemi. Vostro sempreG. Garibaldi
Lovere, 6 agosto 1859.
Speranza mia,
le vostre lettere sono sempre un'emanazione della vostra anima, così squisitamente affettuosa e gentile. Ebbi la vostra del 17 da Deiderj e sono tanto contento del miglioramento della vostra salute. Io stetti ammalato in questi ultimi giorni, i soliti malanni; ma vado meglio assai adesso. Non potrei precisarvi il mio destino nei giorni avvenire, non sapendo dove le presenti circostanze mi condurranno. Ma scrivetemi e vi potrò informare della futura mia residenza, dove sarò felicissimo di potervi baciare la mano. Date un affettuoso bacio per me al vostro Ernesto e procurate di farvi forte. Menotti vi saluta. Ricciotti di cui ebbi notizie in questi ultimi giorni, sta bene. Addio di cuore. Vostro SempreG.
Modena, 23 agosto 1859.
Speranza mia,
mi sarebbe veramente carissimo di avere la vostra bella presenza, non fosse che per un momento; ma la mia situazione è così precaria, che non ardisco dirvi: venite!
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