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      Voi siete sempre di una così grande bontà a mio riguardo che non so come esprimervi tutta la riconoscenza che vi devo.
      Ringraziate anche a mio nome il buon dottore Privat. Vogliate salutare da parte mia la sig. Murray.
      Sono sempre vostroG. Garibaldi.
     
     
      Livorno, 2 novembre 1863.
      Amico carissimo,
      mi prendo la libertà di mandarvi, col vapore che partirà il 7, 1200 sigari toscani, con alcuni fiammiferi, che io spero faranno resistenza anche al vento energico di Caprera, tre cassette di uva Malaga giacché la siccità vi ha rubato i fichi e inoltre 12 lenzuola di tela, per la gente di casa, avendomi detto la Signora Nathan che non sarebbero inutili nel vostro ménage. Spero che perdonerete l'ardire di mandarvi cosa tanto insulsa; senza il consiglio della Signora Nathan non l'avrei fatto.
      Avrei voluto aggiungere altre cose a questo piccolo invio, ma Livorno essendo porto franco, le formalità per far arrivare in Sardegna la roba senza dazio sono grandi.
      Adesso, terminati gli affari, ch'io vi dica, carissimo amico, quanto ho goduto di rivedervi così bene di salute, così florido e ringiovanito. Mai vidi le vostre fattezze essere più veramente lo specchio dell'anima vostra, serena, grande e certa del compimento dell'opera rigeneratrice a Voi affidata dalla Provvidenza. La pace che lessi sul nobile vostro volto è per me il migliore augurio; piena di fiducia e di speranza per l'avvenire mi rallegrai alla vostra vista. Non dimenticate il vostro più indegno sì, ma più volontario soldato, sempre pronto a servirvi in qualunque circostanza e in qualunque parte dell'Europa.


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Lettere a Speranza von Schwartz
di Giuseppe Garibaldi
pagine 112

   





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