Non ardisco mandarlo. Ho ringraziato l'autore a nome vostro: lo doveva?
Caprera, 22 novembre 1864.
Speranza carissima,
finché vivrò nutrirò per voi dei sentimenti d'amore e di riconoscenza. Nell'affare in questione avete agito troppo nobilmente: la malvolenza di questa donna non mi è che troppo nota.
Datemi vostre notizie e amatemi sempre come vostroG. Garibaldi.
Caprera, 28 febbraio 1865.
Egregia Signora,
vi ringrazio per tutto ciò che mi avete mandato e per il buon ricordo che conservate di me. Consideratemi con costante amicizia e con affettuosa stima, vostroG. Garibaldi.
Roma, 14 marzo 1865.
Carissimo ed illustrissimo Amico,
di ritorno da Napoli, da dove presi la libertà di indirizzarvi due righe, trovai la qui acclusa per Voi con una lunga lettera del fratello del signore che vi scrive: cioè di Gustavo Struve, il capo della rivoluzione di Baden nel 1848, repubblicano fervente, patriotta devoto alla santa causa, per la quale ha sofferto la prigione e l'esilio.
Eccovi alcune parole di una sua lettera a me diretta: «Si tratta di combinare una riunione di patriotti italiani e tedeschi che potrebbe effettuarsi quest'estate da mio fratello a Rheinfelden, vicino a Basilea, in Isvizzera. Prima di tutto bisogna indurre a venirvi l'Eroe della santa causa, il grande Caprerese, che mai ebbi la felicità di conoscere di persona, benché mi trovassi nel 1851 a Statenisland, dove anche egli si trovava allora. Sul suolo libero della Svizzera potremmo circondarlo dei primi uomini della Germania e senza essere esposto alle seccature della polizia potrebbe, in mezzo a persone degne della sua confidenza, discutere questioni interessantissime, vedere amici notevoli e formare relazioni molto utili per la Germania e l'Italia.
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