Non finirei più se volessi dirvi quanti sono stati i massacri e le crudeltà commesse. Il Governatore Generale Mustafà Pascià sta a circa 1500 piedi sopra il livello del mare, come un secondo Nerone, a vedere i 17 villaggi divorati dalle fiamme, che vi ha fatto appiccare. Più di 20.000 turchi, egiziani ed abissini, perseguitano sulle montagne i poveri cristiani, ma finora non hanno avuto l'ombra di una vittoria. Otto battaglioni turchi sono fuggiti, in due giorni, davanti a 4000 cristiani; i fuggitivi si sono buttati in mare per salvarsi. Sulle alture di Malapa 500 cristiani hanno combattuto per nove ore contro 4000 turchi! Duecento cristiani hanno avuto una volta l'ardire di attaccare e mettere in fuga tre mila turchi!
Non vi parlo del massacro di tanti innocenti, commesso dai turchi, appiccando il fuoco fino nelle grotte, dove si erano rifugiate intere popolazioni dai villaggi; hanno tagliato la testa e le membra agli ammalati, trascinandoli come trofei per le strade, e deponendoli poi ai piedi del Governatore per riceverne il guiderdone. Le chiese sono tutte profanate; nemmeno i morti hanno avuto riposo; i cadaveri, tolti dalle tombe, e posti in posizioni orrende, servono di bersaglio a brigate di turchi. Quanti buoni montanari, quanti degni agricoltori, che mi hanno dato un'ospitalità tutta patriarcale, non furono sacrificati! Quante donne coraggiose, che non vollero abbandonare o il vecchio padre o lo sposo ammalato, non furono, dopo essere state maltrattate in ogni modo, fatte a pezzi insieme ai loro figli e in presenza dei congiunti!
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