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      Temo che gli insorti soffrano molto la fame e il freddo sulle grandi alture. Si sentono continuamente cannonate e si vede tanta polvere come alla battaglia di Waterloo. Tutto il cielo è annuvolato dal fumo dei villaggi incendiari. La notte non si vedono che le fiamme e i fuochi dei cristiani sulle alture. Branchi di cani vagabondi girano urlando e abbaiando come se volessero divulgare tutte le stragi e gli orrori che si commettono sotto il velo della notte.
      Non vedo il momento di poter lasciare quest'isola, ma non lo posso ancora; voglio, devo vedere la fine di questa tragedia storica. La mia prima cura sarà allora di venire a trovarvi per rifiatarmi il cuore e l'anima. Anelo di sapere come state; i giornali vi dicono a Caprera, dove spero queste righe vi troveranno in buona salute. Dovrete essere felice, dopo tante fatiche nel continente, di trovarvi nella vostra quiete campestre. Vi prego, amatissimo amico, di scrivermi una riga a Livorno dal negoziante inglese Dunn. Perdonatemi, per amore della santa causa di cui siete il maggior campione, e credetemi di tutto cuore e per sempre, la vostra devotissima e affezionatissimaSperanza
     
      20, la mattina.
      Altre grandi vittorie dei Cristiani, ma non senza grandi perdite. Il Pascià ha voluto spingerli verso le alture, ma vi sono passi e stretture terribili, e ha dovuto tornare indietro. Il console americano mi disse che il Governo turco voleva scrivere a tutti i Consoli dichiarando loro che non risponde di tutto quello che si farà ai Cristiani di qualunque nazione.


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Lettere a Speranza von Schwartz
di Giuseppe Garibaldi
pagine 112

   





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