Tuttavia assicurate i Cretesi che sono con loro di cuore e che, vincitori o no, farei per loro l'impossibile.
Per la vita vostroG. Garibaldi.
Caprera, 11 dicembre 1866.
Speranza mia,
voi siete un'anima angelica ed è perciò che voi vi siete così fervorosamente interessata a questa buona popolazione di Creta. Che Dio vi benedica! Io sono veramente confuso di non potervi imitare. Un povero popolo si batte, non lontano da me, contro i suoi tiranni ed io resto inattivo. Che viltà! Ma che volete? Io cammino con le stampelle; la mia ferita del 1862 essendosi di nuovo aperta; ed inoltre sono inchiodato qui dai miei terribili reumatismi. Assicurate questa brava popolazione che io sono con essa con tutta la mia anima e che farò ciò che mi è possibile.
Vi bacio la mano con affetto e sono sempre vostroG. Garibaldi.
Caprera, 6 gennaio 1867.
Speranza carissima,
ero veramente ansioso della vostra sorte e sono felice di sapervi a Roma, dove spero che ristabilirete la vostra preziosa salute. Al mese di maggio e più tardi la vostra diletta presenza sarà per me sempre una gioia.
VostroG. Garibaldi.
Roma, 25 gennaio 1867
Amatissimo amico,
se sapeste quanto mi duole scrivervi da qui e non trovarmi più fra quell'eroica popolazione, la cui causa diventa ogni giorno più santa e più interessante! Perché mi scrivete di star nell'ozio? Voi solo, Redentore della patria vostra, come di tutti i popoli che gemono sotto la tirannia, voi avete fatto tutto, tutto per questa povera gente; ogni loro respiro è una benedizione per voi.
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