Non vivo per altro interesse che per il loro. Il mio unico, desideratissimo compenso sarà (se non me lo negate) di farvi una piccola visita nel principio di maggio, quando il dovere dovuto al figlio mi chiamerà in Germania. Quante cose avrò da domandarvi e da dirvi!... La dolcissima speranza di rivedervi dopo due anni e mezzo mi impedisce di diffondermi oggi. Ho una quantità di giornali e di carte che vorrei farvi leggere, ma non mi fido di mandarveli con la posta e poi mi servono per quello che scrivo adesso. Spero che Carlo Blind mi aiuterà a trovare un buon foglio per scrivere in Inghilterra. Lavoro quanto posso; ma la testa non è la mia ancora.
Vi prego, mandatemi una cara riga, dicendomi se mai ci siete, se posso recarmi a Caprera nel maggio per avere il sommo bene di rivedervi. Un vostro ufficiale, uno svedese di nome capitano Meyer, ha sei ferite e sta qui per guarire, ma appena guarito partirà per Creta. Non voglio tediarvi di più oggi; solo vi dirò che arrivai in tempo per vedere Gladstone. Gli ho detto tutto quello che il più fervido interesse poteva ispirarmi: ma, Dio mio, ho urtato contro un egoismo marmoreo! La rabbia e il dispiacere mi soffocavano!
Vi bacio la cara mano addolorata, dicendomi per la vita tutta di cuore vostraSperanza.
Firenze, 18 maggio 1867.
Speranza amatissima,
mille ringraziamenti per la vostra inestinguibile bontà. A Caprera o altrove sarò sempre felice di baciarvi la mano.
Per la vita vostroG. Garibaldi.
Ginevra, 9 settembre 1867.
Gentilissima Signora, mille grazie per il magnifico regalo.
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