Quanto alla traduzione, vi permetto di farne una anche in cinese, se vi aggrada. Ma vi prego - e che questo sia un ordine sacro per voi - di sottomettere lo spirito della mia bionda sorella alla vostra intelligenza che apprezzo tanto. Per la traduzione francese mi domando se non sarebbe necessario che io rivedessi ancora una volta il manoscritto.
In due parole vi dò pieni poteri sul mio povero lavoro, se i vostri apprezzamenti concordano.
Nel suddetto manoscritto vi sono certe frasi che non piaceranno ai governi liberali. Desidero che questi passi siano stampati, ma se credete che sarebbe meglio ometterli, ometteteli. Vi dico altrettanto a proposito delle mie idee religiose. Non permetto che si alterino, poiché le ho espresse con la coscienza che sono vere. Ma se bisogna lasciare qualche parola... No! non cedo, a nessun costo! Che la verità vada avanti, dovessi anche restare senza un soldo!
Vi bacio le mani cordialmente e sono per la vita vostroG. Garibaldi.
Roma, 27 dicembre 1867.
Amico carissimo ed illustrissimo,
ricevo in questo momento le vostre preziose righe del 18. Grazie mille per il vostro permesso di fare qualche cosa per il prode Fazari.
Se la vostra chiamata mi fosse giunta mentr'io stava in Toscana (Pisa o Livorno), sarei volata a Firenze, ma ora, essendo tenuta qui da varie circostanze imperative, non lo posso, con mio sommo dolore! Ma ho scritto a Firenze a una bravissima persona che si recherà per me, a nome vostro, da Fazari per far per lui qualunque cosa che il bravo soldato può richiedere.
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