voi siete veramente la mia speranza. Quanto al romanzo, intendetevi con la Bionda e fatelo pubblicare anche in italiano.
Per la vita vostroG. Garibaldi
Roma 12 marzo 1868.
Amico mio,
devo ringraziarvi ben caramente per le vostre preziosissime righe dell'11 febbraio.
Mia sorella col marito sta ancora da me nel mio modestissimo appartamento nel quale sogno ancora di vedermi beata con la vostra magnanima presenza. La presenza dei miei ospiti mi prende del tempo; con tutto ciò il lavoro progredisce e quando saranno partiti procederà più presto ancora.
La bionda spiritosa mi lascia senza risposta, senza il rimanente del manoscritto che tiene, ma mi figuro che lavora. Pazienza!
In Francia nessunissima possibilità di stampare anche nei giornali così detti liberali la vostra interessantissima fuga da Caprera. Come dissi, la mandai tradotta nelle diverse lingue con somma cura e vero affetto, in America, in Inghilterra, in Francia, e in Germania. Finora soltanto la Germania l'ha stampata in un foglio che ha 400.000 esemplari: mi fu promesso il maggior onorario. Le copie mandatemi qui furono confiscate benché indirizzate a un nero nero!... L'Inghilterra finora non si è degnata di riprodurre quelle pagine palpitanti d'interesse. La Francia da quattro lati le ha respinte! Dall'America non si sa ancora niente, Le mando oggi in Isvizzera. Sul campo della letteratura stiamo quasi male quanto in quello della politica. Se sapeste quanto soffro! Qui l'aria è propriamente empestée.
Scusate questi dettagli, carissimo mio amico, ma penso sempre a Voi e mi occupo dell'interesse vostro.
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