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      Grazie mille del vostro premuroso permesso di portar meco «l'antica romana», Angelina: è piena di difetti e mi fa disperare tante volte, ma, ignorante com'è, ha tanto senno naturale, tanti sentimenti patriottici e tanto coraggio che me la tengo. Ha un'adorazione per Voi ed i vostri fatti che mi fa piacere. Essendo poi io stata tanto male, mi è prezioso averla; dunque di nuovo mille grazie!
      Dopo tanti tentativi ebbi il permesso di vedere Giuseppe Castellazzi, cioè di andare a trovarlo, ma era partito per l'Italia da qualche tempo, così almeno mi assicurò il chirurgo Battistini che l'assisté nell'Ospedale di S. Spirito.
      Ora, carissimo amico, un'ultima parola o domanda: andando o tornando da Caprera, io devo passare per Firenze anzitutto per intendermi colla Rossa Bionda (di cui nessuna riga mi perviene) sopra vari punti della nostra opera comune e poi per altre cose di minor importanza. Se dunque posso esservi utile a Firenze, comunque, scrivetemelo subito che potrò ancora ricevere la vostra risposta qui e così mi recherò a Livorno, via Firenze. Se non vi posso essere utile colà in niente, vado direttamente da qui a Livorno e poi, dopo essere stata a Caprera, andrei a Firenze: l'ultimo progetto mi piacerebbe di più perché vorrei essere con Voi il più presto possibile. Posso esservi utile a Livorno? Per sigari o qualunque cosa? Più commissioni mi darete, più mi farete felice. Sapete quanto il mio cuore è pieno d'affetto per Voi, di modo che il venire con le mani vuote sarebbe un contrasto troppo forte.


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Lettere a Speranza von Schwartz
di Giuseppe Garibaldi
pagine 112

   





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