Vi prego, rispondete. Struve mi scrisse una volta: «Io non ho mai avuto il genio di domandare e di ottenere un soldo dai miei editori».
Caprera, 4 agosto 1868.
Speranza amatissima,
quando generosamente v'incaricaste di mia figlia, io vi trasmisi ogni mio potere su di essa; quindi qualunque vostra determinazione che la riguardi avrà la mia sanzione. Vi raccomando soltanto di non stancare l'anima vostra gentile, giacché conosco che abbisognate di molta pazienza con quella irrequieta creatura. V'invio due righe per Anita; se approvate il mio stile, datele; se no, mi direte come devo scriverle. A Struve scrissi: che si dirigesse a voi per il manoscritto. Un caro saluto alla vostra famiglia dal per la vita vostroG. Garibaldi.
Winterthur, 5 settembre 1868.
Carissimo mio Amico.
perdonatemi se ho tardato a ringraziarvi per le vostre preziose righe del 4 agosto colle quali mi mandaste una lettera per Anita.
Un'indisposizione piuttosto tenace che m'incomodò a Gotha, ove mi recai per vedere mio figlio, poi il desiderio di rivedere Anita nella sua nuova dimora per darvene delle notizie recenti ed esatte, ecco la ragione del mio silenzio.
Grazie mille per le care esibizioni. Perdonate se non ho creduto opportuno di dare a Anita le righe che le scriveste; vi scrissi che la figlia era stata molto disubbidiente e poco convenevole con me e Angelina, che a tutte due diede botte e schiaffi, e Voi le scrivete: «Io sono contento della tua condotta verso la Signora de Schwartz e se continuo a ricevere le stesse buone notizie ti farò un regalo». È impossibile dire questo a una ragazza che batte quelle che la colmano di bontà. Sarebbe da parte vostra sancire una condotta biasimevole all'eccesso.
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