Per oggi voglio solamente assicurarvi che da che lasciai Caprera è stato il mio prediletto dovere occuparmene tutti i giorni.
Mi fermai tre giorni a Stuttgart (Württemberg), ove abita G. Struve. Ho letto con lui quanto ho tradotto in tedesco. È entusiasta e condivide pienamente il giudizio che vi diedi sulla rara vostra opera, che farà un effetto fulminante e speriamo molto bene alle popolazioni addormentate. Sono stata in corrispondenza con diciotti editori! Non me ne lagno, ve lo dico unicamente per assicurarvi che non prendo la cosa leggermente.
Se volete scrivere due righe all'Anita, incoraggiandola, senza lodarla troppo e sancendo la sua dimora dalla Signora Maier, mi sarà molto grato dargliele.
Spero che conosciate abbastanza la profonda adorazione che ho per voi, mio carissimo amico, per perdonare, e non male interpretare la franchezza colla quale ho preso l'ardire di scrivervi.
Ditemi un sì confortante, ditemi come la vostra preziosa salute va e come la signora Menotti porta il suo gran nome e la felicità d'appartenere alla vostra famiglia. Come stanno la cara Clelia e Francesca, Barbarini e Basso? Un saluto affettuoso a tutti, anche dall'Anita, e un bacio pieno d'amicizia e di venerazione sulla vostra adorata mano dalla vostra per la vitaSperanza.
Caprera, 15 settembre 1868.
Speranza amatissima,
attendevo la vostra lettera con un'ansia febbrile e sebbene io ami molto la mia Anita, ciò che desideravo più ardentemente erano ancora le notizie vostre e della vostra preziosa salute.
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