Ora, grazie all'Occidente egoista e senza cuore, i signori diplomatici potranno riposare sui loro allori; per ora la questione dell'Oriente non turberà nessuno.
Il console italiano, il mio vicino qui a Kalepa, è una persona d'uno zelo per i suoi compatrioti raro: ne ha salvati dalla forca diversi, che erano condannati a morte; più di cinquanta vostri (fra loro un bravo ufficiale chiamato de Grandi) hanno sacrificato la loro vita sull'altare della libertà Cretese! Ora il console ha rapito due garibaldini dalle unghie delle autorità turche ed io ho potuto assisterli ed anche vestirli con roba portata da Livorno: da più di due anni soffrono, sono molto ammalati. Dio sa se potranno essere salvati dalla malattia! Li ho affidati a un medico svizzero che ho fatto venire qui. Siamo in angoscia per due altri italiani garibaldini che girano ancora perseguitati dai Turchi nelle montagne piene di neve. Il vecchio Petropoulabri fu mandato a Marathonisi in Grecia dove ha una proprietà. Suo figlio si è pure sottomesso; non ci saranno più di cento volontari nell'isola che partiranno fra poco. Il trionfo si legge sopra ogni fisonomia turca, il dolore sui volti dei Greci e dei Cretesi!
Sperando fra poco sentire che godete buona salute e siete libero dai terribili dolori reumatici, mi dico, carissimo amico mio, sempre vostra per la vita devotissimaSperanza.
Caprera, 2 febbraio 1869.
Cara e gentilissima Signora,
la vostra lettera del 4 del mese scorso che attendevo con impazienza mi ha reso felice.
La causa della Grecia è santa e sono degni d'onore quelli che possono battersi per questa gloriosa nazione.
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