Mi è dolce sapere che ne apprezzate la sincerità e che lo manifestate. Vi attendo dunque al principio del 1870. Ho sofferto ultimamente in maniera molto seria dei miei dolori abituali; ma mi sono quasi ristabilito. Sono privo da molto tempo delle notizie d'Anita; ma spero che il proverbio «niente nuove buone nuove» si realizzerà.
Francesca vi saluta cordialmente e Clelia, che si ricorda sempre di voi, vi invia un tenero bacio.
Sono per la vita vostroG. Garibaldi.
Caprera, 21 luglio 1869.
Speranza amatissima,
che Anita chiami la Signora Maier madre prova come questa signora debba essere buona e quale riconoscenza la fanciulla provi per lei. Riconoscenza! virtù delle anime buone. La mia famiglia è aumentata di una figlia: si chiama Rosa. È tempo di finirla, non è vero, carissima mica? tanto più che invecchio a vista d'occhio. Posso immaginare le vostre sofferenze nell'eroica impresa che vi siete assunta, ottima amica: temo sempre di sentire che siete ammalata. Quanto alla politica vi dirò soltanto che io non so chi sono i più perversi, quelli che ingannano o quelli che si lasciano ingannare. Il fatto è che noi viviamo in una società ben corrotta.
Un bacio ardente sulla vostra mano. Scrivete a colui che vi appartiene per sempre.
G. Garibaldi.
Caprera, 21 settembre 1869.
Speranza amatissima,
la vostra piccola tenda mi ricorda quella che avevo nell'America del Sud e sotto la quale abitavamo Anita, Menotti e io. Quante volte non ho dovuto in quelle escursioni, tenendo il mio cavallo per la briglia, proteggere la piccola tenda contro i furori della tempesta!
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