Il mio fisico, allora così vigoroso e agile, è ora affranto e mi sembra che le sole qualità del cuore mi siano rimaste, fra le altre la facoltà di amare le anime belle come la vostra.
Dite ai vostri eroici vicini che rispondo di tutto cuore alla loro simpatia e che non abbandono affatto la speranza che essi godranno un giorno la libertà che desiderano così ardentemente. I tiranni se ne vanno, i popoli restano!
Francesca e Clelia vi salutano affettuosamente. Io saluto tutti quelli che vi amano, anche i vostri cavalli, e sono sempre vostroG. Garibaldi.
P.S. Avevo dimenticato di dirvi che Rosa, di cui vi ricordate così affettuosamente, imparerà, come Clelia, a pronunciare il vostro nome con amore.
Caprera, 20 novembre 1869.
Speranza amatissima,
ho ricevuto la vostra lettera graditissima dei 31 ottobre e sono felice di sapervi in buona salute. Anche voi siete stata vittima della polizia. Ai nostri giorni questo vale un diploma d'onestà nella nostra Europa corrotta.
Desidero che il vostro viaggio sia fra breve compiuto, per avere la felicità di baciarvi la mano. Tutti qui vi salutano e io sono per la vita vostroG. Garibaldi.
Creta, 1 del 1870.
Amico mio carissimo,
la prima riga che scrivo quest'anno l'indirizzo a Voi, grand'anima; il mio cuore è pieno di voti per Voi e quelli che vi sono cari. So che c'è molto da desiderare, anzi troppo! Con tutto ciò non vogliamo essere ingrati verso la Provvidenza. Temo che non stiate bene di salute, come desidero, e ciò mi riempie l'anima di dolore. Mi scrivete, ma temo che sia la vostra generosità che ve lo fa fare e che soffriate; dunque la mia più fervida preghiera sia per vostra salute, cara più d'ogni altro bene.
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