Io credo che sarà meglio che teniate Anita presso di voi per aiutarvi ed io scriverò in questo senso alla ragazza, nel caso in cui ella non abbia nessun altro progetto in vista.
Io pure provai dei violenti dolori al ginocchio della gamba ferita, quando prigioniero, invalido e in pericolo al Varignano, ero, o mia benefattrice, l'oggetto delle vostre cure più affettuose.
Vorrei che Anita potesse essermi utile come bastone da invalido; ciò mi renderebbe tanto felice. Mi ricordo che Barberini mi ha parlato spesso e favorevolmente del Dott. Sanini di Parma.
Clelia e Francesca sono contente e riconoscenti della gentile vostra accettazione. La vostra figlioccia vi ricorda sempre con affetto e ricambia l'affettuoso vostro bacio. A rivederci presto. Per la vita vostroG. Garibaldi.
Caprera, 27 gennaio 1874.
Speranza mia,
a tanti mali e affanni che vi assillano senza pietà mancava la disubbidienza di mia figlia! Apprezzo l'immenso sacrificio da voi fatto e ve ne sarò riconoscente tutta la vita. La Signora Maier ha male interpretato il nostro comune desiderio educando Anita nel lusso, questo mostro del nostro secolo, come l'avete ben definito.
È mio desiderio che Anita faccia tutto ciò che può esservi utile. Ciò le sia di regola per la sua condotta futura: io non vi transigerò. Scrivetemi sempre e credetemi per la vita vostroG. Garibaldi.
Caprera, 10 marzo 1874.
Speranza amatissima,
quando avrò il bene di avervi a Caprera, decideremo dell'avvenire di Anita. Mi duole molto che accanto alle tante afflizioni che amareggiano la vostra vita, abbiate anche delle noie per mia figlia, e vorrei dare il mio sangue per liberarvi da questi fastidi.
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