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      In una mia antecedente vi scrissi che Menotti desidera che le mie Memorie non sieno pubblicate per ora e spero avrete ricevuto tale lettera.
      Scrivetemi e sono sempre vostroG. Garibaldi.
     
     
      Livorno, 4 ottobre 1874
      Carissimo Amico,
      quanto vi sono riconoscente per la bella sorpresa che mi faceste mandandomi qui in dono I Mille! Questo prezioso libro, ornato dalle affettuose parole che vi scriveste, ha un valore indicibile per me e ne vado veramente superba. Grazie anche per la vostra cara lettera del 28 settembre: non dubitate, caro amico, avrete il vostro manoscritto non appena avrò verificato l'opinione di Longman, cosa che mi interessa per Voi assai.
      Rispetto la vostra decisione di non pubblicar le Memorie.
      La mia salute, giacché gentilmente ne parlate, mi ha dato l'ultimo mese una grave inquietudine. Dovendo vivere ci piace di farlo con le minori sofferenze possibili perché esse ci levano sempre la possibilità di fare quell'atomo di bene che possiamo al nostro prossimo. Basta, per non tediarvi, vi dirò che, ammalata a Ginevra, dovetti consultare due dottori i quali mi fecero temere di avere il principio di una grave malattia di stomaco. Passo in silenzio il viaggio che feci sola, sola, trascorrendo le notti (scusatemi le parole) con vomiti continui e fortissimi dolori.
      A Firenze il male mi tormentò talmente che fu forza consultare il Ghinozzi. Prendo i rimedi che mi ordinò e benché sia lontana dal benessere che godeva a Caprera, sto di certo meglio di prima. Dunque speriamo. Parto domani per Roma, ove riposerò quindici giorni, prima di ritirarmi nella mia beata solitudine di Creta.


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Lettere a Speranza von Schwartz
di Giuseppe Garibaldi
pagine 112

   





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