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      Ma non fate i sordi il giorno della chiamata, e ricordatevi, che per esser pochi molte generose imprese furono fallite!
      Mentre il sacro suolo ove nasceste è calpestato dal soldato straniero, accorrete - ed accorrete qualunque sia lo squillo di tromba che vi chiami - sia esso dell'Esercito Italiano o dei Volontarii - basta ch'essi si trovino alle mani contro l'oppressore. Non ascoltate, come a Mentana, la voce di certi traditori che fecero defezionare migliaia di giovani col pretesto di tornare a casa a proclamare la Repubblica ed innalzar barricate.
     
     
     
      CAPITOLO II.
     
      IL CINQUE MAGGIO.
     
      Mieux vaut mourirQue vivre misérable!
      Pour un esclaveEst-il quelque danger?
      (Muta di Portici).
     
      O notte del 5 maggio rischiarata dal fuoco dei mille luminari con cui l'Onnipotente adornò lo spazio!
      Bella, tranquilla, solenne, di quella solennità che fa palpitar le anime generose che si lanciano all'emancipazione degli schiavi! Io ti saluto!
      E vi saluto, o miei giovani compagni, oggi provetti, e la maggior parte mutilati o segnati con gloriosissime cicatrici.
      Salve a voi - forse la parte migliore della schiera - che seminaste le nobili ossa su dieci campi di battaglia per la redenzione patria o per la redenzione d'altri oppressi, ma sempre contro la tirannide, fosse essa avvolta nella tiara o nella clamide imperiale!
      Brulicando sul litorale dell'orientale Liguria, silenziosi, cupi, penetrati dalla santità dell'impresa, ma fieri d'esservi caduti in sorte - aspettavano impazienti i Mille - succedan pure i disagi o il martirio!


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I Mille
di Giuseppe Garibaldi
Tipogr. Camilla e Bertolero
1874 pagine 356

   





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