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      Vogate! giacchè il furore dei malvagi, che preferirono l'infame guadagno all'onore, che monta? Troveremo delle munizioni.
      Talamone, S. Stefano, non sono sulla via di Sicilia, ma vi sono fortezze, presidii, e quindi depositi di munizioni da guerra, e le prore del Piemonte e Lombardo si dirigevano verso Talamone. Non v'è dubbio che l'imprevista mancanza di munizioni, e quindi lo sviamento dal cammino diretto sulla Sicilia cagionò un'alterazione sulla durata del viaggio, e forse salvò i Mille dall'incontro delle due flotte, Sarda e Borbonica.
     
     
     
      CAPITOLO III.
     
      TALAMONE.
     
      Gli ho veduti - raccolti in Pontida
      Provenienti dal monte e dal piano -
      Gli ho veduti, si strinser la manoCittadini di cento città.
      (BERCHET).
     
      Nella mattina del 6 maggio Talamone fu salutato dai rappresentanti delle cento Sorelle, e lo ricorderò quel giorno! Rappresentanti delle cento sorelle, sì! Ma non rappresentanti del genere dei 229 che in quella stessa epoca vendevano la più bella delle gemme italiane, Nizza! - Oggi coronata di fiori e stuprata negli abbracciamenti del più vile dei tiranni! - Non rappresentanti di quella turpe genía che provvede i consorti e cointeressati, ma rappresentanti della dignità Italiana, insofferenti d'insulti stranieri, e di soprusi nostrani. - Maestri gloriosi della generazione ventura libera dai preti e dai dominatori!
      Talamone, uno dei più bei porti della costa Tirrena, è situato tra il monte Argentaro e l'isola d'Elba, coronato di belle colline coperte di macchie, cioè deserte.
      E che serve all'Italia d'aver dei bei porti e delle terre ubertose, quando i suoi governi ad altro non pensano che a far dei soldi per pascere le classi privilegiate, ed obbligar colla forza, coll'astuzia e col tradimento alla miseria ed al disonore le classi laboriose?


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I Mille
di Giuseppe Garibaldi
Tipogr. Camilla e Bertolero
1874 pagine 356

   





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