Pagina (22/356)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Il pescatore che servì anche da pratico, informò che soltanto una corvetta inglese giaceva all'áncora su quella rada; che però varii bastimenti da guerra n'eran partiti alla mattina con direzione a levante verso Capo S>. Marco.
      E veramente verso Capo S>. Marco si scorgevano due vapori ed una fregata nemici che si diressero su di noi subito scoperti.
      Qui corse all'idea di molti che il ritardo in mare per ricuperare il pazzo fu giovevole.
      Giunti a Marsala i due piroscafi, s'incominciò subito lo sbarco, aiutati dai palischermi di varii legni mercantili ancorati nel porto.
      Il Generale Türr, con una compagnia di avanguardia, marciò immediatamente verso la città, ove non vi fu resistenza. Intanto i Mille sfilavano coperti dal molo, e poco curando una pioggia di granate e mitraglie che il naviglio Borbonico inviava a profusione, e che per fortuna non cagionò feriti.
      A Marsala si parlò di dittatura, che poi venne proclamata a Salemi nel giorno seguente, e si confermò il motto: Italia e Vittorio Emanuele. Savia deliberazione che, non ostante l'opinione contraria dei puri (manifestata in seguito), giovò non poco a facilitare la spedizione.
      Il 12 maggio si giunse a Salemi, ove si cominciò ad aver la riunione d'alcune squadre di Siciliani.
      Il 13 si giunse ad una tenuta campestre, il di cui proprietario credo fosse un Mistretta.
      Il 14 a Vita, ove s'ebbero notizie trovarsi il nemico a Calatafimi.
      Il glorioso 15 maggio decise della sorte della campagna.
     
     
     
      CAPITOLO VI.
     
      CALATAFIMI.
     
      Vittorioso!
      Non catafratto un popolo


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

I Mille
di Giuseppe Garibaldi
Tipogr. Camilla e Bertolero
1874 pagine 356

   





Capo S S. Marco Capo S S. Marco Marsala Generale Türr Mille Borbonico Marsala Salemi Italia Vittorio Emanuele Salemi Siciliani Mistretta Vita Calatafimi