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      Maniscalco dunque, attorniato da' suoi, scoteva l'altero suo capo, e gettava sulla moltitudine uno sguardo di disprezzo, e la moltitudine, come se raccogliesse la sfida dell'insolente, calcavasi sulla siepe di sgherri che corazzava il malvivente, premevala, e dal seno di quell'onda di popolo scaturiva una di quelle figure, che la poesia dipinge dominatrici delle tempeste, sieno esse di genti o di elementi.
      Tale Colombo - dopo di aver dominato il pelago che divide i due mondi - dominava gl'indisciplinati suoi seguaci in una tempesta d'insubordinata diffidenza al suo genio.
      Come lo scopo del grandissimo navigatore fu realtà, la manifestazione d'odio dei discendenti del Vespro e la lama d'un pugnale, sguizzava nell'aere come una fiamma e si conficcava nel petto del disprezzatore delle genti, e lo rovesciava nella polve.
      Maniscalco cadeva, ed il suo sangue irrigava una terra che non era degno di calpestare.
      Il feritore poi, che alcuni dissero essere un fantasma, ma che certamente era uomo che sprezzava il pericolo, non fuggì, non accelerò il passo; ma in un orgasmo che fece stupire gli astanti, e paralizzò, ammutolì gli sgherri, pria sì baldanzosi, il feritore, dico, strappò da sè l'involto di carta che lo copriva da capo a piedi, ne sparse i brandelli sul terreno, e come per miracolo si confuse nella folla, ove fu impossibile di rintracciarlo per quante indagini se ne facessero.
      I Governi ed i preti adoperano ogni mezzo perverso per corrompere le genti, e riescono sovente ad attrarre nelle loro reti qualche sciagurato, ma la massa delle popolazioni in Italia abborre la delazione, ciò sia detto in onore del nostro popolo, e se la miseria od il vizio precipitano alcuno nell'infamia, certo il delatore nel nostro, benchè infelice paese, sarà sempre generalmente in orrore.


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I Mille
di Giuseppe Garibaldi
Tipogr. Camilla e Bertolero
1874 pagine 356

   





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