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      Io ho veduto il popolo di Palermo nella gloriosa rivoluzione del 60 correr in cerca dei sorci (spie) con un accanimento indescrivibile.
      Chi sa quanto il coraggioso assassino avea lavorato per tagliare, cucire, pitturare cotale abbigliamento di carta somigliante ai panni da poter comparire in pubblico senza essere riconosciuto.
      Era una vendetta, meditata, certamente.
      E fin ora non si conosce la causa dell'attentato, nè chi lo perpetrava.
      Era lo sconosciuto qualcuno dei torturati da Maniscalco? qualcuno dei feriti nell'onore? Poichè i cagnotti dei tiranni sono generalmente gente lasciva, ed il capo degli sgherri, come già abbiamo accennato, avea fama di tale - od era alcuno di coloro che preferiscono la morte al vergognoso servaggio del loro paese?
      Assassino: lo chiamarono i giornali borbonici e tale lo chiamerebbero pure altri giornali non borbonici.
      Assassino! e veramente io non vorrei che si uccidesse l'uomo dall'uomo, e sono contrario alla pena di morte sotto qualunque forma.
      Assassino, dunque, fu il feritore di Maniscalco e Torquemada ed Arbues ed i bruciatori delle creature umane sono santificati! ed il dominatore del Tirolo che appiccò Mantovani, Ungheresi, Piemontesi! il Reggitore della Polonia passando la vita alla distruzione di quel popolo, sottoponendo al knouth sino i bambini e le donne! - ed il Magnanimo che crede oggi di coprir colla sua veste d'Agnello le macchie di sangue di tre popoli, sono Maestà!
      Assai più coperti d'omicidii dell'assassino di Maniscalco, ma infine Maestà!


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I Mille
di Giuseppe Garibaldi
Tipogr. Camilla e Bertolero
1874 pagine 356

   





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