Pagina (52/356)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      - La Lia, di bellezza non comune, pure era conosciuta in quella casa.
      Anche si capisce l'istantaneo apparir della polizia borbonica in quei giorni di terrore, ove in Palermo si era concentrata quasi tutta quella del Regno, coadiuvata da quanto il gesuitismo avea di più astuto e di più diabolico.
      L'uomo dall'occhio sinistro la di cui vista avea sì stranamente e malignamente magnetizzato la nostra Marzia, avea quindi durato poca fatica a raccoglier sgherri sufficienti per la cattura delle fanciulle sospette.
      L'Albergo d'Italia attorniato dalla birraglia, quei birri che col commissario aveano invaso la stanza delle donne e tre carrozze già occupate da custodi pronti al portone, furono gli apparecchi idonei per il trasporto delle tre donne a Castellamare, ove le lasceremo per un pezzo, dolenti del mal esito della loro impresa - ed indispettite.
      «Cozzo» fu la sola parola che Lia potè articolare al padrone di casa in un momento in cui i poliziotti stavan concertandosi sulle grandi misure da prendere per assicurare la famosa preda.
     
     
     
      CAPITOLO XV.
     
      IL TENTATORE.
     
      Les prêtres ne sont pas ce qu'un vain peuple pense.
      Votre crédulité fait toute leur science.
      (VOLTAIRE).
     
      Quando le scritture - che gli stupidi ed i furbi chiamano sante o sacre - collocarono allato della coppia primitiva il serpente per tentare la prima debole donna, esse avrebbero dovuto a tante invenzioni aggiungere l'invenzione d'un prete invece del rettile, essendo il prete il vero rappresentante della malizia e della menzogna - più atto assai alla corruzione e al tradimento che non lo schifoso e strisciante abitatore delle paludi.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

I Mille
di Giuseppe Garibaldi
Tipogr. Camilla e Bertolero
1874 pagine 356

   





Lia Palermo Regno Marzia Albergo Italia Castellamare Lia