La notte stessa si lasciò il campo della Piana, e c'innoltrammo colla colonna senza impedimento nel bosco Cianeto che divide detto paese da Marineo.
Il 24 di maggio il nemico vedendo che tutta la forza dei Mille si ritirava verso Corleone, la perseguiva con circa cinque mila uomini delle migliori sue truppe, ed ebbe nelle vicinanze di quel paese un impegno col generale Orsini, in cui quest'ultimo si comportò egregiamente, sebbene con numero molto inferiore di uomini.
Qui mi è grato il ripetere: che solo in Sicilia potevasi effettuare un movimento coperto come quello che eseguirono i Mille dalla Piana a Palermo all'insaputa del nemico, il quale aveva il suo quartier generale a poche miglia di distanza.
Il 24 i Mille accampavano a Marineo.
Il 25 a Missilmeri - e tutte queste coraggiose popolazioni acclamavano l'arrivo dei fratelli, come se certi della vittoria.
E veramente il popolare entusiasmo ne era ben il precursore.
Quando si pensa che tutte queste belle popolazioni dell'Italia sono oggi così depresse ed umiliate - 25 milioni d'individui che hanno i ladri in casa - senza aver nemmeno il coraggio di lamentarsene! - Vergogna!
E si millanta valore italiano - capi guerrieri, prodi eserciti. - Via! via! nascondete quella fronte macchiata dagli sputi stranieri!
Il 26, noi raggiungemmo il campo del generale La Masa a Gibilrossa, ove s'erano riunite alcune migliaia d'uomini delle squadre Siciliane. Ed a Gibilrossa si decise di assaltar Palermo nella notte.
CAPITOLO XX.
IL 27 MAGGIO.
Si spandea lungo nei campi
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I Mille
di Giuseppe Garibaldi
Tipogr. Camilla e Bertolero 1874
pagine 356 |
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