«Un solo, Talarico, calabrese, mandato da Napoli con nave da guerra, fu messo a terra di notte, e prometteva di compier l'opera a qualunque costo. Ma successe a lui, come al Cimbro di Mario. Nella stessa notte si vide giungere al nuoto a bordo della flotta, pieno di spavento, e confessando di non sentirsi capace a ferire quel capo di masnadieri, perchè ciurmato. Eppure Talarico è il più famigerato brigante dell'Italia meridionale, ed a lui si promisero ricompense spropositate. -
« - Ecco, esclama l'eminenza, in questi casi mai si deve facilitare, e se avessero seguito i miei consigli, non si sarebbero lasciati partire dalla Liguria quei rompicolli. Il serpe si schiaccia subito che comparisce. Il male si sana nel suo principio; cronico, diventa incurabile.
«Tutti questi grandi politiconi volevan mangiar i rivoluzionari in insalata. Lasciateli partire, dicevano, ed essi non potranno sfuggire alle numerose crociere nostre e del Governo sardo che li aspettano nel Mediterraneo. E se per disgrazia non fossero incontrati dalle flotte, le coste della Sicilia sono così assiepate da soldati, che saranno esterminati in qualunque parte essi approdino. -
« - Altro che sterminio, urlava il primo segretario che divideva la paura del suo padrone! Esterminati! per S. Ignazio, se non fermano quei manigoldi al Faro, siamo belli e spacciati! Chi diavolo li ferma più quando abbiano messo il piede sul continente con tutta questa febbre di rivoluzione che s'è impadronita dei nostri italiani, un dì sì devoti e mansueti!
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I Mille
di Giuseppe Garibaldi
Tipogr. Camilla e Bertolero 1874
pagine 356 |
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