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      Ciò ci serva, e ci serva l'odierno esempio della Germania, il di cui entusiastico patriottismo caccia in questi giorni davanti a sè il creduto primo esercito del mondo.
      Con dei conigli ladri come coloro che reggono oggi le sorti dell'Italia, ogni esercito può comparire il primo del mondo, giacchè essi non li vogliono i due milioni di militi che può dar la nostra Penisola; - a loro bastano pochi preposti, pubbliche sicurezze, benemeriti, ecc., per guardar loro la pancia.
      Ripeto: gl'Italiani devono vincere finchè sotto il calcagno straniero gemono i popoli che diedero vita ai Bronzetti ed ai Monti(27). Ed il giorno in cui vi sia un uomo a reggerla - questa Italia-milite sarà ogni uomo capace di portare le armi; non più volontari, ma la patria servita da chi vuole e da chi non vuole. - Ed i mercenarii stranieri debbono trattarsi quali assassini, non coi guanti bianchi, come si trattarono sinora.
      Or son pochi giorni, il Re di Prussia rifiutò di ascoltare le insolenti proposte del tiranno della Francia e cacciò il suo inviato. Ciò, ed altri pretesti dell'imperatore francese, sono il motivo della guerra. - E se l'Italia avesse un uomo che tenesse alla dignità nazionale, egli dovrebbe, per cominciare a lavare tanti oltraggi di quel masnadiero, dovrebbe mandar in galera il suo rappresentante Malaret, che la fa da padrone a Firenze, ed accoppiarlo con uno dei primi malfattori.
      Dunque, bisognava vincere a Melazzo - e sin dopo il meriggio, tutte le condizioni della battaglia erano in favore del nemico, ed i figli della libertà italiana, non solo non avevano avanzato un passo, ma avean perduto terreno all'ala sinistra.


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I Mille
di Giuseppe Garibaldi
Tipogr. Camilla e Bertolero
1874 pagine 356

   





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