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      CAPITOLO XXXI.
     
      LA DITTATURA ONESTA
     
      Non ciarle, ma fatti.
      (Autore conosciuto).
     
      Vi sono molti birbanti del mondo, massime tra i popoli ove domina la corruzione del prete e della tirannide. - Ivi si perviene ai gradi, agli onori, all'agiato vivere, a forza di bassezze, di umiliazioni e di servilismo; quindi l'onestà non è merito, ma lo è l'adulazione e la flessibilità della schiena e della coscienza.
      Fra codesti birbanti, alcuni onesti, o sono impercettibili nella folla, o sono tenuti in diffidenza per lo scetticismo che invade le moltitudini sì sovente ingannate. - Eppure io conosco degli onesti che potrebbero migliorare la condizione umana, se non vi fossero tanti pregiudizii e tante dottrine. - Ma come si deve aver fede in cinquecento individui, la maggior parte dottori(38) e la maggior parte venali, uomini che vengono su dalla melma ove li condannarono la dappocaggine e sovente il vizio; vengon su, dico, a forza di cabale e di favoritismo, e si siedono sfacciatamente tra i legislatori d'una nazione, coll'unico interesse individuale e disposti sempre a sancire ogni ingiustizia monarchica, coonestando così gli atti infami di governi perversi che senza quella ciurma di parassiti avrebbero responsabilità dei loro atti, mentre con parlamenti servili essi sono dispotici, e compariscono o si millantano onesti.
      Questi cinquecento, fra cui vi è sempre qualche buono, disgraziatamente si usano come governanti nelle monarchie non solo - governi imposti - ma pure nei paesi ove la caduta delle monarchie, come in Ispagna e in Francia, ha lasciato le nazioni padrone di loro stesse.


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I Mille
di Giuseppe Garibaldi
Tipogr. Camilla e Bertolero
1874 pagine 356

   





Autore Ispagna Francia