Eppur i ministri di Dio di che dovrebbero aver paura, col loro amore del prossimo, la loro mansuetudine, infallibilitā, caritā e tante altre doti che devono distinguerli e farli rispettare ed amare dal loro gregge?
Ah vipere! emanazione dell'inferno! verrā quel giorno in cui i popoli vi conosceranno e di voi purgheranno la terra!
La folla aumentava sempre e l'immensa piazza di San Pietro n'era colma siccome le due grandi vie della Lungara e di Castel Sant'Angelo. Il calore era soffocante, ragazzi e fanciulle che non si trovassero sollevati dai parenti od amici, rischiavano di restare schiacciati.
Quante tisichezze produrranno queste solennissime feste cattoliche e quanti tifi prodotti dalla agglomerazione di fiati, massime nelle sante stalle! - Ma che importa agl'Italiani d'andar curvi col gobbo dai baciamani e dalle genuflessioni cui li assoggettano i preti! Che importa la razza deteriorata e le paure suscitate dagli stessi, e che impiccioliscono ed avviliscono l'individuo! Quello che importa son le feste, coi loro apparati, organi, musiche, i loro canti da eunuchi. - Eppoi son cosė splendidi negli adornamenti, cosė incensati tutti quanti quei graziosi ministri del Carpentiere di Galilea, dal sagristano al papa! Ed il paradiso apertissimo a tutta cotesta canaglia lo contate per nulla? Il paradiso, veh! ove eternamente cantano gli angioli (non ridete, vi prego), ed ove eternamente vi bea il sorriso di Dio senza bisogno nč di mangiare nč di bere - ed ove per tali ragioni devono trovarsi pochi preti, unica fortuna del beatissimo soggiorno!
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I Mille
di Giuseppe Garibaldi
Tipogr. Camilla e Bertolero 1874
pagine 356 |
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