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      - Non così i nostri nemici interni, essi non si contenteranno di distruggere una cosa e l'altra, ma getteranno le loro mani sacrileghe sui sacerdoti di Dio, e sul santissimo di lui rappresentante sulla terra, rovesciando nella polve e nel sangue dei fedeli ogni cosa sacra esistente in Roma! - Roma Capitale d'Italia! - Essi si senton piccini quei miserabili Macchiavelli della Dora a tanta grandezza. - Il peggio si è, che oggi non son più padroni di loro stessi, e sono obbligati di ubbidire a chi più di loro vale, benchè sempre stupida, sempre ingannata, la nazione, ch'essi taglieggiano, come fanno di noi, e come noi, sono in obbligo di adulare rubando».
      Un momento di silenzio seguì la mordente favella del Corvo, e tutti sembraron meditare sulla veracità delle sue asserzioni, e sulla delicata e pericolosa posizione della bottega.
      Incoraggito dal silenzio dei compagni, così proseguì il gesuita:
      «Osteggiati barbaramente al di fuori da chi si manifesta pubblicamente servo della santa Sede, noi stiamo su d'un vulcano nell'interno di Roma. - La setta dei perduti, profittando delle sventure del nostro esercito, e dell'entusiasmo suscitato in tutta Italia dalla vittoriosa spedizione dei Filibustieri del mezzogiorno, tenta in questo momento un colpo decisivo sul santo Padre, ed il suo governo, per farla finita una volta (come dicono quei malviventi) coi chercuti. - E ciò che mi fa supporre tanto più terribile tale infernale congiura, si è: di veder sedotta da uno dei capi la contessa Virginia N.... - tanto influente sulla società nostra, e padrona dei nostri segreti - ».


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I Mille
di Giuseppe Garibaldi
Tipogr. Camilla e Bertolero
1874 pagine 356

   





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