I due bellicosi figli delle Alpi, avanzi di cento pugne, palpitarono di soddisfazione e di gioia all'annunzio dell'onorevole incarico e della fiducia del capo, e senza millanteria, lo accettarono volenterosi.
«L'impresa ch'io vado a compiere, disse Muzio, di liberare la Marzia dal Convento, sarà la più facile, e con un terzo della nostra gente, spero portarla a buon fine: - la parte più aspra sarà la vostra, che dovrete proteggere la nostra uscita dal chiostro, ed aver da fare con più numerosi sicari del Papato».
«Mantenetevi quindi divisi il più possibile, per ispirare meno sospetto. Le due centurie a voi affidate sono comandate da ufficiali intelligenti, su cui potete contare come sulle vostre daghe, ed essi hanno ordine di tenersi alla vista, ed ubbidire al vostro minimo cenno. I miei cento ad un fischio si concentreranno all'ingresso principale e lo forzeranno».
Ogni cosa combinata, e comunicati gli ordini ad ogni capo delle centurie, e decurie, quei veri figli di Roma, disciplinati come le vecchie avite legioni, prendevan posto lunghesso la via Giulia, e la maggior parte sulle sponde del Tevere, tenendo come centro il convento che racchiudeva la valorosa eroina dei Mille.
Lina bruciava di assaltare il convento, e contribuire per la prima alla liberazione dell'amatissima compagna, ma Nullo e P... avrebbero ceduto il mondo, piuttosto che la vezzosissima guerriera, e così la gentile e bollente Alpigiana, dovette cedere alle ammonizioni de' suoi cari.
Un convento! ma che? mi si dirà, assaltare un convento di monache, non dev'esser poi la fine del mondo.
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I Mille
di Giuseppe Garibaldi
Tipogr. Camilla e Bertolero 1874
pagine 356 |
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