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      Quando in seguito all'insistenza di M. de Pantantrac, le monache aprirono la porticina attenente al portone, per introdurre la protetta del marchese, Muzio, coll'agilità del cervo lanciossi nel perittero e prese il mercenario per il collo, rovesciollo, e s'impadronì della sua sciabola.
      Non meno agili i suoi giovani compagni di misurarsi con sgherri, furono in un lampo sulle sue tracce, e dando addosso alla guardia semidormente, la disarmarono, e com'è naturale, si armarono essi stessi.
      Vi era veramente l'ordine nel convento di non introdurre persone di notte, e la nostra bella contessa, malgrado la di lei potenza non ancora scemata, avrebbe finito per esser messa fuori della porta. - Ciò non successe, grazie all'energia della patrizia romana, e mentre la portinaia sforzavasi di chiudere, gridando: «Dite che volete, ma non potete entrare», Virginia, ricacciavala nell'interno, e manteneva aperta la porta.
      Poco durò la valorosa contessa in tale fatica, giacchè Muzio, consegnato il Pantantrac ai suoi, inoltrossi nel peristilio, e tenendo la portinaia colla sinistra, mantenne colla destra la porta interna aperta, e la comunicazione col convento libera.
      Tiranni e preti, conventi e carceri, carceri e sgherri, vi è tale affinità di famiglia tra cotesti flagelli del genere umano, da non distinguerli, e da considerarli la stessa emanazione dell'inferno.
      La portinaia del convento era stata forse più sollecita del solito, per trovarsi così prontamente alla chiamata di M. di Pantantrac, e la causa n'era uno stretto colloquio tra essa e un sergente de' birri, di guardia negli orti francescani, al momento di detta chiamata.


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I Mille
di Giuseppe Garibaldi
Tipogr. Camilla e Bertolero
1874 pagine 356

   





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