- Bajaicò, ferito come era e grondante sangue, fece strage dei camorristi, e l'amante gentile andava superba di aver salvata la vita all'uomo del suo cuore.
Il rovescio toccato alla camorra e quindi ai borboni clericali nell'osteria della bella Giovanna, sventò la grande congiura della parte a noi avversa in Napoli e salvò forse la causa d'Italia, già compromessa in alcuni piccoli insuccessi da parte nostra, e dalla sorda guerra e sleale che non cessavano di farci gli aspiranti ai favori della monarchia sabauda.
Invano erasi adoperato monsignor Corvo in tutti i conventi e chiese per mantenere il fuoco sacro, come diceva lui, e per tentare nuove prove. - Invano!...
La gloria del paradiso predicata alle carogne da preti e frati solleticava poco i grassi prebendari. Trovandosi essi al pericolo della pancia, accresciuto dal fatto della bella Giovanna, si rannicchiavano i polputi, e molti pubblicamente millantavano liberalismo, anche repubblicanismo e socialismo, se si voleva.
«Ma io non m'immischio di politica» dicevano i meno birbanti «così ci ammonisce Madre Chiesa. - Poi, date a Cesare ciò che è di Cesare, ed i sacerdoti del Signore, lo sapete, devono predicare fratellanza tra gli uomini, non attizzarli, stimolarli alla distruzione».
Alcuni di questi neri semi di Dio accusarono di camorrismo certi uomini onesti con cui avean gare personali.
«La sorte vuol proprio favorire questi rompicolli indemoniati» diceva tra sè Corvo mentre incamminavasi fuori di Napoli ad altre imprese, nulla più sperando sulla camorra sconquassata e sui grassi apostoli della cuccagna.
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I Mille
di Giuseppe Garibaldi
Tipogr. Camilla e Bertolero 1874
pagine 356 |
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