- Da parte nostra si fecero alcune opere di difesa a Maddaloni, a S. Angelo, e massime a S. Maria, alla sinistra nostra, e la più esposta per trovarsi in pianura, e senza ostacoli naturali.
La nostra linea di battaglia era difettosa; essa era troppo estesa da Maddaloni a S. Maria. - Il centro nemico che dovevasi considerare la sua massa più forte, era in Capua, da dove poteva sboccare a qualunque ora della notte, e sorprendere a circa tre miglia di distanza la nostra sinistra.
Sant'Angelo, centro della nostra linea, è posizione forte per natura, ma nella quale sarebbe stato necessario poter eseguire molte opere di difesa; molta gente vi voleva per difenderne tutti gli accessi, e poi è dominata essa stessa dall'altissimo Tifate che la padroneggia, quando è quest'ultimo in mano del nemico, e che la isola dalle sue comunicazioni e sostegni indietro.
Maddaloni, posizione importantissima, e che dovevasi tenere con tutta la divisione Bixio, poichè passando il nemico nell'alto Volturno, e prendendo la via di Maddaloni per Napoli, sarebbe stato in poche ore nella capitale, lasciando l'esercito meridionale a destra sul Volturno Capuano.
Le riserve tenevansi in Caserta e non eran numerose certamente, dovendo occupare una linea più estesa.
Eravamo per di più obbligati di tenere alcuni corpi di concatenazione al fronte, per non permettere al nemico, più pratico assai di noi del paese, in cui avea un numero grande di fedeli, d'inoltrarsi tra le nostre ali.
Santa Maria, la più difettosa delle nostre posizioni, era stata occupata in ossequio di requisiti della popolazione, che avendo alcune velleità liberali alla ritirata del Borbone, ora tremava alla sola idea di rivedere i suoi antichi padroni.
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I Mille
di Giuseppe Garibaldi
Tipogr. Camilla e Bertolero 1874
pagine 356 |
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