Si trattava della pelle - e benchè sicuri della gloria del paradiso (non ridete), morendo per una causa santa, - essi, i candidi leviti che appartengono ad un mondo superiore, amano un tantino le delizie di questo. E perciò il nostro settario di S. Ignazio, maledicendo alla codardia dei ben pasciuti coccodrilli, recossi al campo del re di Napoli.
Corvo assisteva a tutta la battaglia del 1° ottobre; vero genio del male, egli moltiplicavasi in tutti i punti più importanti, animando i soldati alla zuffa; - e fu veduto col crocifisso alla mano nel più forte della mischia, eccitando, col gesto e colla voce, e gridando con quanto avea di polmone: «Avanti!» Ma là pure gli toccò ad indietreggiare, e si contava d'un prete, che mentre tutta la truppa davasi alla fuga, esso per l'ultimo, sempre col suo Cristo alla mano, disprezzando gl'inseguitori, non v'era modo di farlo alzar le calcagna.
Che ostinazione nel male in quell'uomo sì avvenente, sì coraggioso e d'un genio veramente superiore; io ne sono stranamente sconcertato, e sovente pensando a tali esseri straordinari, io mi stupisco come non crollino il fango da cui sono avvolti e dicano alle moltitudini che abbisognano tanto di verità come di pane: «Noi siamo i sacerdoti del vero!»
Che un cretino possa esser prete e possa creder a' preti, pazienza! Ma che una delle più grandi celebrità moderne, come matematico e come astronomo(63) possa rimaner gesuita, mi fa strabiliare.
I grandi d'ogni specie crederanno forse esser necessario che la canaglia si ravvolga nella melma e vi rimanga per sempre?
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I Mille
di Giuseppe Garibaldi
Tipogr. Camilla e Bertolero 1874
pagine 356 |
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S. Ignazio Napoli Cristo
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