«Amore in Grecia nudo, e nudo in Roma
D'un velo candidissimo adornando,
Depose in grembo a Venere celeste».
L'anima ardente dell'antico principe dell'Apennino, di più, era salda come l'acciaio, e la coorte dei liberi potea fare assegnamento su di lui, come sulle proprie daghe.
- «Comandante, disse Talarico a Nullo, che già lo aveva scelto come guida nelle montagne; Comandante, davanti a noi abbiamo Tivoli, distante poche miglia, se vogliamo giungervi di notte - ciocchè mi sembra conveniente - io vi condurrò nella città, per vie a pochi note, e giungeremo nel centro della stessa, sorprendendo qualunque forza papalina vi possa essere, e potremo quindi armarci di alcuni fucili».
«Bravo!» fu la risposta di Nullo a Talarico; ed immediatamente il colonnello ordinò di obliquare a sinistra ed imboscarsi nella selva sacra del Teverone, per aspettarvi la notte. Fra i militi della brigata, pochi eran quelli che avean pensato a provvedersi per la campagna, ma per fortuna in settembre, poche son le provincie d'Italia, ove non si trovino abbondantemente delle frutta, e con queste, per uomini giovani e disposti a tutto, poco o niente sentivasi la carestia.
Erano le 7 pom. quando la brigata cominciò a muoversi dal bosco sacro con Talarico alla testa; essa traversò il Teverone, e ne seguì silenziosamente la sponda destra, sino ad oltrepassare la famosa cascata, poi torcendo a destra verso il fiume - che in quel punto sembrava d'argento, per la calma dell'aria, per il poco declivio, - la testa della colonna inoltrossi sopra un ponte di legno, e sfilando al di là della sponda sinistra, trovossi proprio a levante della città, cioè verso i monti.
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I Mille
di Giuseppe Garibaldi
Tipogr. Camilla e Bertolero 1874
pagine 356 |
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